mercoledì 6 ottobre 2010

Di spalle uscendo

Dopo l'ultimo disastroso allenamento attendevo con ansia il prossimo. cercavo un piccolo riscatto, un piccolo segnale, una piccola soddisfazione a cui aggrapparsi per dirmi: ma si dai, non e' poi cosi male. alle 5 inizio, uso lo specchio per controllare, mi muovo piano cercando tutti movimenti corretti, evitando di contrarre le spalle. mi sembra meglio, alcuni nuovi movimenti stanno riuscendo più facilmente.
alle 7 arriva Yukie. mi chiede di farle vedere tutti e 5 i kata in una prova di gara. la tensione e' già quella buona, eseguo bene, mi sembra. poi pero' Yukie mi guarda, piega un po' la testa di lato e mi dice tranquillamente che Seichuto va bene. pausa. e gli altri 4? mmmmmm, no, no good.
ecco, solo seichuto, proprio quello che mi piace meno, ma non mi scoraggio, Lei poi e' generosa e mi indica alcuni punti fondamentali. mi alleno per un'altra ora. alle 8 passate arriva il Maestro. devono avergli bucato tutte le ruote della macchina o fatto qualcosa di fastidioso, l'umore non sembra dei migliori. uno a uno mi controlla i kata, due, tre volte al massimo. alcuni nuove correzioni, alcuni vecchi errori, insomma niente a cui aggrapparsi. dopo neanche un'ora il Maestro offre una pausa, e' allora che devo aver chiesto (ma giuro che non me lo ricordo) se c'era un piccolo miglioramento o qualcosa del genere. Lui deve aver capito tutto, deve aver letto e decifrato tutto. uscendo, dandomi le spalle, dice a Yukie qualcosa. Lei traduce: non devi mai cercare di essere contento nello iaido.
Eccolo l'appiglio! eccolo il punto da cui ripartire ogni volta.
Bastava ricordarselo.

"Uscendo il Maestro ha aperto un sorriso dentro la mia pancia." non e' una poesia in stile giapponese e nemmeno il classico rimedio nipponico agli errori irreparabili. e' semplicemente una sensazione positiva li, dove bisogna concentrare l'energia.

Più tardi poi ci metto dentro anche un po' di sushi, che non si sa mai!

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